Obiettivo generale di COBRAF è sviluppare in Toscana un sistema articolato di bioraffinerie che permetta la massima valorizzazione della biomassa di colture oleaginose utilizzabili in rotazione, e di conseguenza il miglior reddito per le aziende agricole e per le imprese utilizzatrici e un’ampia flessibilità nelle destinazioni di mercato.
Il sistema prevede l’utilizzo di varie parti della biomassa e residui di produzione per lo sviluppo di bioprodotti innovativi e più sostenibili per almeno 6 settori dell’industria toscana: alimentare, cosmesi, farmaceutica, edilizia, legno, automotive (camper).
Le aziende agricole partner di COBRAF operano in vari territori toscani, dal Pisano al padule di Fucecchio e alla Valdichiana aretina.
Le loro produzioni tradizionali, cereali soprattutto, risentono della crisi del comparto, testimoniata dalla riduzione del 12% della SAU regionale nell’ultimo decennio e aggravata dalla siccità della stagione 2017, che ha provocato un calo record della produzione di grano duro (-41% stime Anb-Cop ISA). Per questo motivo, alcune aziende hanno iniziato a introdurre colture innovative in rotazione coi cereali col duplice obiettivo di diversificare le opportunità di reddito e di favorire un miglioramento della qualità dei suoli e della resilienza degli agroecosistemi.
Il fattore critico di successo è ovviamente la remuneratività delle nuove colture. A tale scopo il progetto COBRAF ha individuato 4 specie oleaginose – camelina, canapa, cartamo e lino – di notevole interesse sotto il profilo salutistico. Sono prodotti destinabili ai settori della nutraceutica e cosmeceutica, in grande crescita in Italia (+7% annuo, stime QuintilesIMS Italia) e nel mondo. I pannelli residui dell’estrazione dell’olio sono di interesse anche per applicazioni innovative, quali adesivi per l’industria dei pannelli in legno. Le paglie di lino e canapa, ricche di fibra, opportunamente lavorate trovano impiego in svariate applicazioni manifatturiere.
La fase 16.1 del progetto COBRAF ha confermato l’interesse dell’industria toscana, in particolare alimentare, farmaceutica, cosmesi, edilizia, industria dei camper. Ma vi sono delle criticità da affrontare:
1. la scarsa esperienza del mondo agricolo nella coltivazione di queste specie, specie con metodi di agricoltura integrata e biologica;
2. la mancanza di adeguati sistemi di prima trasformazione: esistono in Toscana diverse tecnologie innovative nel campo dell’estrazione degli oli, ma senza relazione col mondo agricolo locale.
Manca inoltre, in tutto il Centro Italia, un impianto di primatrasformazione delle paglie di canapa e lino.
Il Piano Strategico COBRAF prevede i seguenti obiettivi:
1. Introduzione di colture oleaginose innovative negli ordinamenti toscani a cereali in modo da favorirne la diversificazione, adottando pratiche di coltivazione sostenibili, promuovendo in tal modo il miglioramento della struttura e della fertilità dei suoli, la salvaguardia delle risorse naturali, un alto livello di biodiversità e un livello di produttività adeguato ed economicamente sostenibile;
2. Ottimizzazione di tecniche colturali sostenibili e trasferimento delle relative conoscenze al mondo agricolo toscano;
3. Sviluppo di nuovi sistemi di raccolta e di essiccazione dei semi che aumentino il valore della PLV agricola;
4. Introduzione di nuovi sistemi di trasformazione dei semi e delle paglie che permettano un’offerta di semilavorati ampiamente flessibile rispetto a diversi prodotti-mercato;
5. Sviluppo, per vari settori dell’industria toscana, di nuovi prodotti derivati dalle colture in oggetto, quali alimenti ricchi di composti bioattivi, prodotti per la cosmesi, adesivi atossici per l’industria del mobile e dei camper, compositi in fibra di canapa in sostituzione della fibra di vetro nei pannelli dei camper, blocchi in canapa per l’industria delle costruzioni, cannabidiolo (CBD) a uso farmaceutico;
6. Sviluppo di filiere agroindustriali regionali integrate con una migliore ripartizione del valore per le aziende agricole.
1. Nuovi ordinamenti colturali, grazie all’introduzione di colture oleaginose innovative in rotazione con quelle cerealicole, a partire dalle 5 aziende agricole partner sin dal 1° anno del progetto;
2. Diffusione in Toscana di competenze tecniche adeguate nella coltivazione delle colture in esame con particolare riferimento ai metodi di produzione biologica ed integrata e nelle tecniche di raccolta e prima trasformazione di semi, paglie e infiorescenze (dopo 24 mesi);
3. Nuovi contratti di ritiro per le aziende agricole coinvolte, con remunerazione superiore ai prezzi medi di mercato della granella delle colture target, (dopo 24 mesi);
4. Ingresso sul mercato entro 36 mesi di prodotti bio-based innnovativi da parte dell’industria toscana:
− Prodotti alimentari a elevato valore nutraceutico da filiera corta integrata;
− Coloranti vegetali per l’industria della cosmesi;
− Adesivi atossici a base vegetale per l’industria dei pannelli in legno;
− Compositi in fibra di canapa in sostituzione della fibra di vetro per i pannelli dei camper,
− Blocchi a base di canapulo per edilizia
5. Progetto di impianto industriale di prima trasformazione della paglie in Toscana (dopo 24 mesi).